IL BATTESIMO: UN BENE DA RISCOPRIRE
Gli scienziati direbbero che il nostro pianeta è vivo. Giusto? Si! Biologicamente parlando è vivo, ma spiritualmente com’è? Gesù ha detto che è morto! Il mondo è già giudicato, già condannato da Dio fin dalla caduta di Adamo.
Nicodemo forse avrebbe voluto rispondere: "Scherzi?" Ma non lo ha fatto perché sapeva che Gesù stava parlando seriamente. Però quello che Nicodemo non sapeva era il modo in cui Gesù intendeva stabilire il suo regno.
Nicodemo si era accorto che Gesù incontrava il favore del popolo. Infatti, ogni volta che Gesù si muoveva, lo seguivano grandi folle!
Egli era andato da Gesù a notte tarda, perché? Chissà, forse per non essere visto dagli altri membri del Sinedrio. Voleva aiutare Gesù, questo giovane della Galilea, a fargli comprendere come funzionava, fra i capi dei Giudei, quel complicato meccanismo dei partiti politici dell’epoca, costituiti per lo più da sadducei e da farisei.
Chissà, forse, voleva proporre una sua strategia, mettendogli a disposizione la sua rilevante influenza politica fra coloro che contavano. Egli pensava che istituendo un “Regno di Dio” a Gerusalemme avrebbero potuto cacciare via gli odiati Romani.
Con questi ideali politici in mente, poteva anche accettare che Gesù si esprimesse in maniera simbolica; ecco perché gli chiede: "Ma come può un uomo nascere quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e rinascere?"... In realtà, era come se Nicodemo volesse dire queste parole:
Nel Talmud (il Talmud è la raccolta delle norme giuridiche, liturgiche e religiose della comunità giudaica) troviamo scritto che Abramo sta di guardia alle porte dell’Ades (l’inferno) per impedire che neppure un goccio del suo sangue (cioè nessuno dei suoi discendenti) entri nei tormenti.
Mosè piantò nel punto più alto dell’accampamento un serpente di bronzo, perché se qualcuno veniva morso da un serpente velenoso, bastava che guardasse con fede quel simbolo per non morire avvelenato, in quanto il serpente di bronzo assorbiva il veleno di chi era stato morso.
1. Il serpente è stato esposto in mezzo al campo in modo che tutti potessero vederlo; anche Cristo è stato messo in croce affinché tutto il mondo possa guardare a lui.
2. Il serpente, fatto di bronzo, non aveva veleno in sé e perciò simboleggia il Cristo che è senza peccato.
3. Gli Israeliti, con i loro corpi pieni di veleno, morivano, come moriamo noi peccatori, perché per il peccato la morte è entrata nel mondo.
4. Gli Israeliti che guardavano con fede il serpente issato sull’asta scampavano alla morte certa, perché per fede il veleno dei loro corpi veniva trasferito sul serpente; allo stesso modo i nostri peccati, che ci procurano la morte, vengono trasferiti su Cristo, che ha portato il veleno delle nostre colpe sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la sua giustizia; mediante le sue sofferenze siamo stati guariti.
5. Il serpente di bronzo morì a causa del veleno trasferito simbolicamente su di lui; così anche Cristo in croce. Egli non ha conosciuto il peccato, ma Dio lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
Nicodemo non ha ben compreso tutta la conversazione, perché Gesù era la prima volta che parlava di questo argomento, cioè della nuova nascita in acqua e Spirito. Ma per quale motivo Gesù ha parlato di questo argomento solo ora? Per il semplice motivo che il battesimo o la nuova nascita avrebbero avuto senso solo dopo la sua crocifissione, la sua morte e la sua risurrezione: egli ha detto che la nuova nascita era necessaria, ma, prima di tutto questo, bisognava che il Figlio dell’uomo fosse innalzato. Cristo è stato innalzato sulla croce, è morto ed è risorto.
Quaranta giorni dopo la sua resurrezione, Cristo ha comandato ai suoi discepoli di andare in ogni angolo della terra e predicare il Vangelo, battezzando coloro che credono nella salvezza: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Andate, dunque, e ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che vi ho comandato".
Paolo dichiara: "Io non mi vergogno del Vangelo, perché esso è la potenza di Dio per
Dunque, Cristo è morto per i nostri peccati ed è risorto il terzo giorno.
Ecco, allora, cosa succederebbe se Cristo non fosse morto e risorto:
La nostra fede sarebbe vana!
Il Cristianesimo sarebbe vano!
La predicazione sarebbe vana!
Il Battesimo sarebbe vano!
La nuova nascita sarebbe vana!
La salvezza sarebbe vana!
TUTTO SAREBBE VANO!!
1° fatto: "Andate per il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura".
Osservazione: L’uomo deve essere intellettualmente capace, cioè abbastanza maturo per ricevere e comprendere la predicazione.
Conclusione: il battesimo va fatto solo agli adulti e non ai bambini.
2° fatto: "Chi avrà creduto".
Osservazione: L’uomo deve essere intellettualmente capace di credere al Vangelo.
Conclusione: il battesimo è soltanto per gli adulti e non per i bambini.
3° fatto: "Battezzandoli e insegnando loro…"
Osservazione: L’uomo deve aver creduto e deve intellettualmente essere in grado di ricevere un’istruzione.
Conclusione: il battesimo è una cosa che riguarda gli adulti e non i bambini.
Con queste conclusioni, alcuni, credendo di essere rispettosi della libertà dei propri figli, dicono:
Molti anni dopo l’assunzione di Cristo in cielo, Paolo spiega ai Romani il rapporto che esiste fra il battesimo e la morte, la sepoltura e la risurrezione di Cristo.
Facciamo questa riflessione: quei genitori che hanno dato la vita terrena ai propri figli, lo hanno fatto senza chiedere il loro parere, quindi non hanno creduto opportuno rispettare la volontà di quella creatura, ma lo hanno fatto solo secondo la propria volontà di genitori.
Il Battesimo non è un’opera del credente, perché nel battesimo il credente è completamente passivo.
Ogni volta che nel Nuovo Testamento si parla di "nascita dallo Spirito" o di "nuova nascita", questa è sempre legata all’acqua battesimale. Nell’immersione in acqua, il peccatore è simbolicamente immerso nel sangue purificante di Cristo mediante la fede. Quando il credente è purificato col sangue che Cristo ha sparso sulla croce, egli riceve il dono dello Spirito Santo.
Oggi tutti hanno un'automobile e tutti sanno cos’è una batteria. Quando una batteria è scarica bisogna rigenerarla per vivificarla, cioè portarla dalla morte alla vita.
Questo processo si completa quando si rompe il legame della tomba ed il baco ne esce, rinato come farfalla.
FINALMENTE UNA NUOVA NASCITA!
Un uomo, nato in questo mondo di peccato, è mortale e carnale.
L’uomo nato di nuovo di acqua e di Spirito muore alla vecchia esistenza.
Neanche Salomone, con tutto il suo guardaroba reale, è stato vestito come l’uomo "nato di nuovo" che indossa come abito la purezza, la giustizia, la perfezione di Cristo Gesù.
Avete visto che grande esperienza ci aspetta nel vivere una vita in Cristo?
1.Io sono Cristiano.
2.Io sono Santo.
3.Io voglio essere fedele alla chiamata di Dio, ogni giorno della mia vita.
4. Io devo operare per l’Eternità.
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DISPREZZARE IL PECCATO
Quanti tossicodipendenti hanno più di 50 anni? Ce ne sono pochi, perché la maggior parte di loro non vivono così a lungo. L'eroina uccide. Ma prima di uccidere una persona, la rende schiava di una vita terribile. È molto raro che un tossicodipendente venga veramente liberato da questo orrendo male.
Ho conosciuto alcuni tossicodipendenti: tutti odiavano la droga, per il male che faceva loro. Allora, considerando gli effetti dell'eroina sulla vita delle persone, immaginiamo un tossicodipendente che viene completamente liberato dalla droga, ma che ha ancora due fratelli che sono schiavi di questo terribile padrone. Entrambi stanno morendo, pian piano, per gli effetti di questa crudele droga. Che posizione avrà questo ex-tossicodipendente nei confronti dell'eroina? Se la sentirebbe di dire che la droga non è poi così male, e che ognuno dovrebbe essere libero di provarla qualche volta? Avrebbe piacere di stare in compagnia di persone che fanno ancora uso di droghe? Potrebbe esservi indifferente?
Chiaramente, un uomo che prima era prigioniero dell'eroina non potrebbe mai vederla come una cosa neutrale, ma anzi, la odierà profondamente. Egli conosce personalmente il male che fa e vuole evitare ogni contatto con essa. Questo è un esempio per noi su come dovremmo considerare il nostro vecchio padrone: il male, cioè il peccato. Infatti, una verità molto importante nella Bibbia è che dobbiamo disprezzare il male, ovvero, odiare il peccato: “Voi che amate il SIGNORE, odiate il male! Egli custodisce le anime dei suoi fedeli, li libera dalla mano degli empi”. (Salmo 97:10).
Prima di considerare come dovremmo odiare il male, dobbiamo capire cosa Dio intende con la parola male. Il male è qualsiasi cosa che non è conforme alla legge di Dio. Quindi, il male è qualsiasi peccato. Perciò, in questo contesto, dire male o dire peccato è la stessa cosa. Il peccato ci allontana da ciò che è santo, quindi, ci allontana da Dio, e ci fa perdere le Sue benedizioni. Quando pensiamo al male, solitamente pensiamo ai peccati più gravi, alle cose più terribili che esistono nella società intorno a noi. In realtà, però, qualsiasi peccato è un male. Ogni peccato ci allontana da Dio, ogni peccato ci danneggia. Qualsiasi peccato, di qualsiasi tipo, fa parte del male: dall'omicidio alla menzogna, dall'adulterio alla pigrizia e all'egoismo, dalla mancanza di autocontrollo al rancore.
Consideriamo gli effetti del peccato nella vita delle persone:
La cosa peggiore che fa il peccato è separare la persona da Dio. Impedisce alla persona di venire a Dio per ricevere la salvezza. Leggiamo Giovanni, ricordando che Gesù è la luce: “La luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio". (Gv 3:19-20)
Chiunque fa cose malvagie odia la luce, ovvero odia Cristo. Spesso, non sembra così, perché è possibile essere molto religiosi, e nominare spesso il nome di Cristo. Però, finché una persona rimane attaccata al peccato, esso gli fa odiare Cristo, e perciò gli fa evitare Cristo. Non è possibile avvicinarsi a Cristo e allo stesso tempo restare nel peccato.
Non solo il peccato porta una persona lontana da Dio, ma la rende cieca, impedendole di vedere la gloria di Dio, e impedendole di vedere il male che il peccato fa. Leggiamo 2 Corinzi 3,4: “Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio”.
Satana usa il peccato per accecare le persone affinché non riconoscano la bellezza e la gloria di Cristo. Perciò, gli uomini non vanno in cerca della luce, ma restano nelle tenebre. NOI eravamo in questa condizione! In più, il peccato ci ha accecati per non vedere quanto esso ci danneggia, e come ci fa mancare le benedizioni di Dio. Il peccato fa sì che il nostro cuore ci inganni. Leggiamo Geremia 17:9: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?”. In altre parole, l'uomo è ingannato dal proprio cuore a causa del peccato. Per natura, il nostro cuore ci inganna. Ci dice che tutto va bene, quando in realtà va malissimo. Ci dichiara che il peccato non ci farà del male, quando in realtà ci porta lontano dal Signore e ci fa molto male.
Il re Davide (Antico Testamento) vide una bella donna farsi il bagno nella terrazza vicino al palazzo. Il suo cuore gli disse che poteva commettere adulterio con lei senza subire delle conseguenze. Invece, così facendo Davide si rese colpevole davanti a Dio, e quella donna rimase incinta. Poi, per nascondere il fatto, Davide fece morire il marito di lei. Dopo, come risultato di questi peccati, uno dei figli di Davide violentò la sorellastra. Poi, un altro figlio uccise quel fratello. Più tardi, questo secondo figlio si ribellò contro Davide, ed ebbe rapporti con le concubine di Davide, per mostrare disprezzo verso suo padre. Alla fine, questo figlio fu ucciso.
Quando Davide fu tentato, il suo cuore, guidato dal peccato, gli disse che non ci sarebbero state conseguenze. Quanto ci inganna il cuore! Quante volte anche i nostri cuori ci hanno ingannato, in modo che abbiamo fatto ciò che ci fa del male, e abbiamo perso tante benedizioni. Se non ci fosse stata l'opera di Dio per aprirci le orecchie, se fossimo rimasti sotto l'influenza del male, non avremmo mai sentito la chiamata di Dio, e allora, non saremmo mai stati salvati!
Prima della venuta di Cristo, il peccato in noi ci rendeva ciechi, ci teneva schiavi, ci faceva perdere tutte le benedizioni meravigliose di Dio. Però, ciò che è peggio in tutto questo, è che il peccato in noi ci faceva essere sotto la condanna di Dio, destinati all'ira di Dio per l'eternità. Con la venuta di Cristo, tutto è cambiato. E’ cambiato per chi crede in Lui, ma tutto è rimasto invariato per chi lo rifiuta.
Efesini 2 (1-3, 11-12) parla di persone che avevano già ricevuto il perdono e la nuova vita in Cristo Gesù. Leggiamo alcuni versetti, notando specificamente quale era la condizione di quelle persone prima della salvezza, e perciò, qual è lo stato attuale di tutti coloro che non hanno ricevuto il perdono per mezzo della fede in Cristo Gesù: “Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri.
Perciò, ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano d'uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo”.
Notiamo bene questa verità: per quanto il peccato può farci del male durante questa vita, infinitamente peggio è il fatto che il peccato ci porta alla separazione eterna da Dio. Ci mette sotto l'ira di Dio, ci deruba di ogni vera speranza. Quindi, tutto il male che c'era nella nostra vita, e tutta la sofferenza eterna a cui eravamo destinati, erano il risultato del peccato che era in noi! Quindi, il peccato ci ha separati da Dio, ci ha resi ciechi, e ci ha destinati all'eterna condanna.
Dio ci ha salvati dai nostri peccati
Finora, abbiamo parlato delle conseguenze del peccato nella vita della persona. Si tratta di una persona ancora senza Dio, una persona che vive ancora nel proprio peccato. Dio ha mandato Cristo Gesù per salvare gli uomini dai loro peccati, e dalle conseguenze del peccato. Nel Vangelo di Giovanni, il Battista descrive ciò che Cristo avrebbe fatto: "Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: 'Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!" (Gv 1:29) "Ma voi sapete che Egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in Lui non c'è peccato." (1 Giovanni 3:5)
Gesù Cristo è venuto per salvare dal peccato e dalle conseguenze del peccato. Senza Cristo, nessun uomo può liberarsi dal male con le proprie forze. Invece, chi viene a Cristo con tutto il cuore, tramite il ravvedimento e la fede, viene liberato dal peccato per mezzo della potenza di Dio.
Noi che siamo stati salvati, eravamo peccatori, sotto condanna, destinati all'eternità senza Dio, ma Dio ci ha lavati, ci ha santificati, ci ha giustificati, nel nome del Signore Gesù Cristo, e mediante lo Spirito del nostro Dio. Che miracolo, che opera meravigliosa, che salvezza!
Dobbiamo odiare il male. Abbiamo già visto come dobbiamo vedere il peccato, ovvero il male, nel Salmo 97: “Voi che amate il SIGNORE, odiate il male! Egli custodisce le anime dei suoi fedeli, li libera dalla mano degli empi”. (Salmo 97:10); Voi che amate il SIGNORE, in altre parole, voi tutti che siete stati salvati per fede in Cristo Gesù, odiate il male!
L'unico rapporto giusto che un vero credente può avere con il peccato è quello di ODIARE il peccato. Non c'è spazio per una tregua con il peccato. Il peccato è in guerra contro di noi, per distruggerci, per allontanarci dalla via del Signore, per farci mancare tutte le meravigliose benedizioni di Dio. Non è possibile per un figlio di Dio fare compromessi con il peccato, perché il peccato ci fa solo del male. Chi fa il minimo compromesso con il peccato, sarà ferito dallo stesso peccato. Immaginiamo di nuovo l'ex tossicodipendente: come deve vedere la droga? Può fare qualche compromesso, senza subirne le conseguenze? Può prendere una dose ogni tanto, senza che la droga gli faccia del male? No, no, no! L'unica posizione che un ex-tossicodipendente può avere con la droga è quella di odiare la droga, totalmente.
Come colui che era sotto il potere della droga deve odiare la droga, così anche noi, che eravamo sotto il potere del peccato, dobbiamo odiare il peccato. Non esiste altra posizione.
Altri motivi per odiare il peccato
Ci sono ancora tanti altri motivi per odiare il peccato. Consideriamone alcuni:
Quando un genitore vede il figlio distrutto dalla droga, che posizione può avere verso la droga? Quel genitore può solo odiare la droga. Allora, quando siamo tentati, ricordiamo che il peccato, cioè ogni peccato, è quello che ha mandato il NOSTRO Signore alla Croce.
Come potremmo NON odiare il peccato, quando consideriamo che esso sta portando i nostri cari alla perdizione eterna! Tante persone che amiamo, ma che non sono salvate, sono sulla via della perdizione e saranno tormentati giorno e notte per tutta l'eternità, a causa del loro peccato. Anche questo è un motivo per odiare il peccato!
Anche se siamo stati salvati, il peccato è ancora attivo nella nostra vita, cerca l'occasione di farci del male, è in costante guerra contro di noi. Esso ancora in noi è il nostro grande nemico e può farci ben più male di quanto possano farcene le persone. Dobbiamo imparare a riconoscere ogni peccato, e quando siamo tentati di giocare con esso o di chiudere un occhio su qualche peccato, dovremmo ricordare che esso è il nostro nemico e dobbiamo odiarlo.
Consideriamo ancora qualche versetto che ci aiuti a capire meglio come odiare il male.
Salmo 34,14: “Rimani lontano dal male e fa' il bene; cerca la pace e adoperati per essa”. Salmo 101,3: “Non mi proporrò nessuna cosa malvagia; detesto il comportamento dei perversi; non mi lascerò contagiare”. Salmo 119,104: “Mediante i tuoi precetti io divento intelligente; perciò detesto ogni doppiezza”. Salmo 119,163: “Odio e detesto la menzogna, ma amo la tua legge”. Proverbi 8,13: Il timore del SIGNORE è odiare il male; io odio la superbia, l'arroganza, la via del male e la bocca perversa”. Romani 12,9: “L'amore sia senza ipocrisia. Detestate il male e attenetevi fermamente al bene”.
Da questi versetti, possiamo comprendere cosa vuol dire odiare il male. Vuol dire evitare qualsiasi contatto con il male. Vuol dire non sopportare il male, in ogni sua minima manifestazione. Odiare il male vuol dire non tollerare il peccato. Dovrebbe darci un terribile fastidio, come l'eroina dà fastidio all'ex-tossicodipendente. Ma facciamo attenzione: quando parliamo di queste cose, l'applicazione principale non è il peccato negli altri. L'applicazione principale è il peccato in NOI STESSI! Certamente, dobbiamo odiare il peccato negli altri. Però, il peccato negli altri non ci farà mai male quanto quello che c’è in noi.
Odiare il peccato vuol dire non sopportare alcun male nella nostra vita. È impossibile amare veramente Dio, seguire Dio e godere le benedizioni di Dio senza odiare ogni peccato nella nostra vita.
Al livello pratico dobbiamo riconoscere ogni nostro peccato come un male terribile. Per esempio, dobbiamo odiare le bugie. Però, non solo le "grandi" bugie, ma anche le cosiddette "piccole" bugie, e anche il dire le cose in modo da far credere cose non vere, anche senza dire un bugia diretta. Questo comprende le esagerazioni, o il dire parole come "sempre", "mai", quando non è così. Gesù Cristo è
Odiare ogni peccato vuol dire odiare peccati gravi come: l'omicidio, il furto, l'adulterio e l'impurità in genere, e non solo negli atti, ma anche nei pensieri e nel nostro modo di parlare. Per esempio, Gesù ci spiega che, secondo il metro di Dio, odiare è come uccidere. Rubare non è solo la rapina in banca, ma anche lavorare meno quando il datore di lavoro non è presente, o portare via una penna o altro oggetto dall'ufficio, non pagare l'IVA, ecc. Dobbiamo odiare ogni forma di peccato. La fornicazione non consiste solo negli atti sessuali, ma per una donna, è anche il vestirsi in modo da essere desiderata, e per un uomo, guardare una donna con desiderio.
Dio ci comanda di avere autocontrollo. Perciò, non avere autocontrollo è un peccato. Per esempio, è un peccato non avere rispetto e cura per il proprio corpo. Leggiamo 1 Corinzi 6:19,20 che dichiara: “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo”. Ci è comandato di glorificare Dio nel nostro corpo. Dio ci ricorda che non apparteniamo a noi stessi. Allora, il nostro corpo non appartiene a noi. Non lasciamoci cadere nel peccato di prestare il nostro corpo a qualche peccato. Dobbiamo odiare qualsiasi peccato contro il nostro corpo, perché il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo.
Ci sono tanti peccati che riguardano il nostro modo di parlare. Per esempio, è un grave peccato lamentarsi o mormorare. 1 Corinzi 10,10: “Non mormorate, come alcuni di loro mormorarono e perirono colpiti dal distruttore”.
Filippesi 2,14: “Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute”. Il lamentarsi e il mormorare sono peccati che hanno mandato Cristo alla croce e mandano tante persone alla perdizione eterna.
È importante odiare i peccati come l'invidia, l'ira, l'egoismo e la pigrizia. Dobbiamo odiare questi peccati per il male che fanno. Ci sono tanti altri tipi di peccati, ma il punto principale è questo: quando riconosciamo un peccato nella nostra vita, non dobbiamo mai scusarci soltanto. Non dobbiamo mai limitarci a spiegare che siamo fatti così. Dobbiamo riconoscerlo come peccato e dobbiamo odiarlo. Solo odiando il peccato possiamo amare Dio, anche se è difficile odiare il peccato. Siamo cresciuti nel peccato, siamo circondati dal peccato e siamo ancora molto tentati dal peccato. Il peccato è difficile da odiare perché è così comune, così normale intorno a noi. Allora, per odiare il peccato, abbiamo bisogno di un'intima, costante comunione con Cristo. Essa ci permetterà di odiare il male, e di amare Dio. Quando viviamo in stretta comunione con Cristo, allora, cominciamo a vedere quanto il peccato è terribile. Se non camminiamo stretti a Cristo, il peccato non ci sembrerà poi così terribile. Comincerà ad ingannarci.
Non odiare il proprio peccato è un invito al disastro nella propria vita. Ogni volta che non odiamo il peccato, ci esponiamo a delle conseguenze tristi e terribili, e avremo un grande rimpianto. Il peccato è da odiare, ma soprattutto dobbiamo odiare il peccato che è in noi.
Ascolta, fratello: se non vuoi una vita felice, se non vuoi la pace del Signore, se non vuoi onorare Dio e se non vuoi la certezza di appartenere a Dio, NON ODIARE IL PECCATO! Sopporta il peccato in te, trova delle scuse, rifiuta di riconoscerlo come peccato.
Se invece vuoi una vita veramente felice, se vuoi vivere e quando sarà il momento morire, avendo la pace nel tuo cuore, se vuoi godere le meravigliose benedizioni del Signore, allora, ODIA IL MALE!
Se veramente ami il tuo Signore, Colui che si è sacrificato per te, allora ODIA IL MALE! Se vuoi onorare il tuo Signore, allora DEVI ODIARE IL MALE!
L’immagine sacra di «Gesù confido in Te»
La missione di suor Faustina Kowalska iniziò nel 1931, dopo che il misericordioso Salvatore le era apparso in una caratteristica visione. La suora fissò in silenzio lo sguardo stupito sul Signore. Gesù le disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: “Gesù confido in Te”. Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che venererà questa immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia gloria. Offro agli uomini il recipiente con cui vengano ad attingere grazie alla sorgente della misericordia. Il recipiente é proprio quest’immagine con la sua scritta: “Gesù, confido in Te”.
“I due raggi rappresentano il sangue e l’acqua. Il raggio pallido raffigura l’acqua che perdona le anime, il raggio rosso raffigura il sangue che delle anime é la vita. Entrambi i raggi uscirono dalle viscere della mia misericordia allorché, sulla croce, il mio Cuore assopito nella morte venne aperto con la lancia. Questi raggi difendono le anime dallo sdegno del Padre mio. Beato colui che vivrà al riparo d’essi, perché non lo raggiungerà la mano della giustizia divina”.
“Il mio sguardo da quell’immagine é uguale al mio sguardo dalla croce... Mediante questa immagine concederò molte grazie alle anime; essa deve ricordare le esigenze della mia misericordia, poiché la fede, anche se fortissima, nulla gioverà senza le opere”.
“Nella prima domenica dopo Pasqua, il giorno designato da me per la mia festa, i sacerdoti parlino alle anime della mia infinita misericordia, e la mia immagine sia solennemente esposta nelle chiese alla venerazione dei fedeli. La festa della misericordia é scaturita dalle profondità del mio cuore... Desidero che essa diventi un rifugio per tutte le anime e specialmente per coloro che hanno peccato... In quel giorno la mia misericordia apre a tutti le proprie viscere, riversa un oceano immenso di grazie sulle anime che vorranno avvicinarsi alle sorgenti della mia misericordia. L’anima che si sarà accostata al Sacramento della Confessione e alla S. Comunione riceverà la totale remissione delle colpe e delle pene; in questo giorno, saranno aperti tutti gli sbocchi attraverso i quali le mie grazie scorrono verso l’umanità. Nessuno abbia paura di me, anche se i suoi peccati fossero come la scarlattina. Ciascun’anima contemplerà per tutta l’eternità l’immensità del mio amore e della mia misericordia”.
IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
“Andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato...” (Lc 15, 18)
1. L’esame di coscienza;
2. Il pentimento per i peccati commessi
3. Il proponimento di non commetterne più
4. La dichiarazione dei peccati fatta al sacerdote
5. La penitenza.
Preghiera di preparazione
Signore, Tu mi conosci per nome, mi hai chiamato alla vita e mi conduci per mano con infinita delicatezza. Mi hai reso tuo figlio con il Battesimo; mi hai dato il tuo Santo Spirito. Riconosco il mio peccato che mi ha allontanato da Te. Illumina la mia mente e il mio cuore, perché io possa riconoscere il mio errore, confessare con umiltà le mie colpe e migliorare il mio rapporto con Te che sei il mio Dio, il mio Salvatore, il mio sostegno, e possa così godere del tuo perdono.
Doveri verso Dio:
Quale posto ha Dio nella mia vita? Mi ricordo ogni giorno di Lui? Partecipo alla Messa la domenica e negli altri giorni festivi? Bestemmio il nome di Dio, della Madonna e dei Santi? Parlo male della Chiesa, del Papa o dei Sacerdoti? Dubito di quanto insegna la fede? Credo alle vane superstizioni? Accetto dottrine condannate dalla Chiesa, come: il comunismo, la massoneria, il divorzio, l’aborto, la contraccezione, ecc.? Trascuro l'istruzione religiosa? Aiuto le opere di Dio? Nei momenti di sofferenza e di sconforto, ho la certezza che Dio mi è vicino e non mi abbandona mai?
Doveri verso il prossimo:
Amo e rispetto i genitori, i superiori, il prossimo? Desidero il male di qualcuno? Pronuncio critiche, imprecazioni e ingiurie? Porto odio e rancore? Offendo la giustizia non compiendo bene il mio dovere o non esercitando coscienziosamente la mia professione? Suscito scandalo col mio modo di vestire e di agire? Rispetto la persona e la roba altrui? Tradisco il mio sposo o la mia sposa? Sono in pace con tutti? Sono sempre prudente alla guida dell’automobile, osservando le norme del codice stradale? Commetto truffe nel commercio, concorrenze illecite, sofisticazioni di alimentari, evasioni fiscali? Mi sforzo di comprendere i problemi che agitano l'umanità: la fame, la lebbra, l'analfabetismo, le ingiustizie sociali ecc.? Faccio qualcosa per soccorrere i miei fratelli bisognosi? Nutro particolare affetto per i bambini, i vecchi, i poveri, i malati, i disadattati? Do agli operai il giusto salario, oppure approfitto dello stato di necessità altrui?
Doveri verso me stesso:
Manco di purezza con pensieri, desideri, discorsi, letture, azioni immorali? Frequento compagnie, divertimenti e ambienti pericolosi? Sono superbo, invidioso, goloso? Ho nulla da rimproverarmi sui doveri del mio stato di figlio/a, di fidanzato/a, di sposo/a, di padre/madre, ecc.?
Penitenza
Oltre alla penitenza imposta dal Sacerdote, possiamo scegliere altri segni come testimonianza del nostro amore a Dio e al prossimo e del nostro pentimento per aver peccato. Ad esempio: stare alcuni minuti ad adorare Gesù nell’Eucaristia, leggere una pagina della Bibbia, pregare per una persona offesa o bisognosa di aiuto; compiere un gesto di carità; rinunciare ad un divertimento o ad una golosità.
Signore Gesù, grazie per la tua parola di perdono che mi è giunta per mezzo del confessore. Ancora una volta mi hai manifestato il tuo amore e la tua misericordia. Non lasciarmi mancare la forza del tuo Spirito, liberami dal male e aiutami a prendere buoni propositi e ad esservi fedele. Voglio impegnarmi a crescere nel bene, per realizzare il tuo disegno d’amore nei miei confronti. La tua passione, unita ai meriti della Beata Vergine Maria e di tutti i Santi, il bene che farò e le sofferenze che dovrò sopportare, mi giovino per l’accrescimento della grazia e il premio della vita eterna. Amen.
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